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Qui nella sonnacchiosa Forlì  esiste un gruppo di ricercatori attivamente coinvolti nello studio di ciò che accade una volta che l’umorismo attraversa i confini culturali e deve affrontare i problemi legati alla trasposizione linguistica. E come ben sanno tutti gli studiosi di traduzione, tale trasposizione non è un compito facile, soprattutto quando c’è di mezzo l’umorismo.
 
Per quanto riguarda i confini culturali, non si parla solo di paesi diversi, ma estendiamo il termine fino ad includere anche confini come l’etnicità, il genere, la religione e anche molte altre linee di separazione. Ci interessano tutti i tipi di humour, da quello pretenzioso in ambito letterario alle barzellette osé, dagli indovinelli per bambini alle vignette politiche, dall’umorismo nero agli scherzi beffardi. Ma se da una parte intendiamo vedere come i traduttori affrontano la miriade di problemi legati alla resa dell’umorismo in altre lingue, vogliamo soprattutto scoprire come gli utenti percepiscono lo humour tradotto.
 
La nostra ricerca si concentra principalmente sull’umorismo audiovisivo, ovvero sull’umorismo prodotto per il cinema, la televisione, il teatro e internet. Analizziamo il modo in cui gli spettatori percepiscono tale umorismo quando lo vedono e lo ascoltano in traduzione. E tutto questo viene fatto qui nel nostro dipartimento attraverso sofisticate ricerche empiriche.